New Review | MYSTIC SIVA "Mystic Siva"


Voto
01. Keeper of the Keys
02. And When You Go
03. Eyes Have Seen Me
04. Come on Closer
05. Sunshine is Too Long
06. Spinning a Spell
07. Supernatural Mind
08. Find Out Why
09. Magic Luv
10. Touch the Sky
11. In a Room

World in Sound
2013
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MYSTIC SIVA - "Mystic Siva"

Il recupero di strani oggetti non identificati degli anni Sessanta e Settanta sembra essere pratica comune a molti responsabili di etichette discografiche. Un po' per tracciare una continuum tra passato e presente, un po' per trovare ascendenze in altre epoche storiche/culturali e un po' per pura e semplice passione, chi scandaglia nel favoloso ventennio trova pepite di straordinaria bellezza. Lee Dorrian, una vita passata tra Cathedral, ricerca di nuovi talenti e archeologia musicale, con le sue relics ci ha donato pezzi da novanta come Luv Machine, Necromandus e The (Original) Iron Maiden (!), act heavy psych appena un gradino sotto la triade Led Zeppelin/Black Sabbath/Deep Purple. Anche in casa nostra il lavoro di Massimo Gasperini della Black Widow ci ha informato sull'esistenza di Andromeda (pre Atomic Rooster: una bomba!), Zess (invidiati a morte dal lord di Coventry per non essere riuscito ad aggiudicarsene la paternità) e rarità degli High Tide a nome "Open Season".

Il buon Chris Peters della World in Sound persegue questa strada aggiornando il proprio catalogo di vintage mushrooms con una band pazzesca, i Mystic Siva da Detroit, AD 1967. Marc Heckert, anni 14, alle tastiere; Craig Smith, anni 15, al basso elettrico (costui, purtroppo, non farà parte delle registrazioni dell'album che vedranno protagonista Art Thienel, anni 15); Al Tozzi, anni 15, alla chitarra e Dave Mascarin, anni 15, al canto e alla batteria. Questo manipolo di imberbi si chiude nella casa di Dave e in un giorno solo registra 11 pezzi di velenoso fuzz psichedelico. Loro lo chiamano orange rock, per merito della copertina totalmente arancio con l'immagine di Shiva, colui che distrugge e rigenera i mondi, come la musica prodotta dai nostri, sorta di schiaffo amoroso in bilico tra aggressività e dolcezza.

L'influenza di Hendrix, Cream e Traffic, per loro stessa ammissione, è forte: aggiungete qualche spezia Jefferson Airplane e tutta la West Coast in acido, qualche lacrima di Jim Morrison e un flow proto soul funk e l'alchimia è servita. "And When You Go" e "Find Out Why" aspirano ad essere gospel track con organo ecclesiastico in evidenza; "Supernatural Mind" è horror occulto che non sarebbe dispiaciuto ad un altro imberbe del periodo, Bobby Liebling dei Pentagram; "Keeper of the Keys", "Eyes Have Seen Me" e "Magic Luv" sono road trip della Beat Generation con arroganza e stile dove l'estro chitarristico di Al emerge cristallino. C'è spazio anche per il finale altamente psichedelico ed evocativo di "In a Room", luogo in cui questi quattro scapigliati adolescenti, saturi di THC, hanno concepito un album, in un giorno, dentro una stanza. Nelle parole della band che accompagnano questa gradita riscoperta: "The music does take us back – hope you enjoy!". Of course, Siva's!



Eugenio Di Giacomantonio

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